Vi riporto la ricetta di famiglia delle castagnole che sicuramente molto di voi conosceranno, anche questa è una ricetta che cambia da casa a casa e che fa la gioia di grandi e piccini.
- 3 uova intere
- 3 cucchiai di zucchero semolato
- 3 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
- 3 cucchiai di mistrà Varnelli
- 1 bustina di lievito chimico
- la buccia grattugiata di un'arancia e un limone
- pizzico di sale
- farina qb per un impasto sa dosare con il cucchiaio
- strutto per friggere
- miele millefiori
Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e unirli all'impasto precedente, aggiungiamo un po' di farina e poi il liquore, mia nonna diceva che prima di mettere il liquore bisogna mettere un po' di farina per non "coce l'ova", poi unire il resto della farina rimasta e lievito setacciati.
Per quanto riguarda la farina dovete aggiungerne tanta da avere un impasto abbastanza sodo e porzionabile con il cucchiaio.
Con un cucchiaio versate l'impasto nello strutto caldo o olio, una volta cotte condirle con miele fuso.
*Nota
Con lo stesso impasto aumentando la quantità della farina possiamo fare le castagnole che si stendono con il mattarello e che poi in cottura si gonfiano; e ancora formando dei piccoli "gnocchetti" della dimensione di una cicerchia fare così la cicerchiata.
Si dispongono su un piatto a formare una "ciambella", le piccole palline sono tenute insieme da miele e il tutto arricchito da frutta secca e confettini colorati a piacere.
Cicerchiata miele noci e mandorle |
Di seguito una poesia, in dialetto fabrianese, di Pietro Girolametti:
Le castagnole
“Mamma mia quant’è bone, e que ci messo?
Com’è ch’a me ‘n me vène accuscì vène!
‘N tempo me piacéa d’arfalle spesso,
ma ‘gni vorta tribbulào le stesse pene.
Quann’era troppo dure o troppo lente,
la còrpa la dao a l’ojo o a la farina;
quanno ‘n te crescéa pe’ ‘n accidente
la piào cor vicarbonato o la cartina.
‘Nvece queste è leggere e cott’a punto;
‘l saprai tu, ‘n segreto ce dev’esse:
è quistione d’impasto oppure d’unto
e prima che le frisci le fai allesse?”
“Ma que dici? Se nun ciò messo niente!
La solita dose de fiore per ott’òi,
‘l limone, el zucchero e ‘l buro solamente;
el resto sarà … ‘l mànnico, que vòi!”
Quest'anno volevo evitarle però mi hai messo una gran voglia!
RispondiEliminama si facciamole!!!
Eliminagrazie cara
le castagnole con dentro il mistrà! Mia nonna metteva l'anisetta, se ne aveva di scorta - mia nonna era marchigiana - altrimenti il mistrà e le castagnole erano davvero buone buone <3
RispondiEliminaBuon giovedì grasso e a rileggerci sempre col sorriso :-D
Allora abbiamo i geni marchigiani in comune..... grazie per essere passata.
EliminaNon ho ancora iniziato a friggere, quest'anno!! Che buone le tue castagnole... mi fanno venir la voglia di prenderne una dietro l'altra :)
RispondiEliminaBuona giornata
Ancora non hai fritto...beate te che riesci a resistere io da mo....che friggo.
EliminaGrazie
Che bello trovare marchigiane! carina la poesia, sembra dialetto jesino o sbaglio? Io vivo vicina a Jesi...
RispondiEliminaUn abbraccio
Ciao, la poesia è di un poeta dialettale fabrianese, siamo vicinissime!!!
EliminaCiao a tutte.le castagnole sono buonissime! I
RispondiEliminaCiao Florenzia
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