Tornare a sentire quel profumo, quel sapore, che ci riporta indietro nel tempo e che ci fa sentire a casa ovunque noi siamo.

giovedì 27 febbraio 2014

Le castagnole di casa mia. "Di giovedì grasso, tutte le padelle fa fracasso"

Castagnole, cicerchiata, le "sfrappe", le cialde, i "frittelli di carnoale"...quale modo migliore per festeggiare il Carnevale?
Vi riporto la ricetta di famiglia delle castagnole  che sicuramente molto di voi conosceranno, anche questa è una ricetta che cambia da casa a casa e che fa la gioia di grandi e piccini.

Ingredienti:

  • 3 uova intere
  • 3 cucchiai di zucchero semolato
  • 3 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
  • 3 cucchiai di mistrà Varnelli
  • 1 bustina di lievito chimico
  • la buccia grattugiata di un'arancia e un limone
  • pizzico di sale
  • farina qb per un impasto sa dosare con il cucchiaio
  • strutto per friggere
  • miele millefiori
Lavorare i tuorli con lo zucchero e la buccia grattugiata degli agrumi, poi aggiungere l'olio, un cucchiaio alla volta.
Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e unirli all'impasto precedente, aggiungiamo un po' di farina e poi il liquore, mia nonna diceva che prima di mettere il liquore bisogna mettere un po' di farina per non "coce l'ova", poi unire il resto della farina rimasta e lievito setacciati.
Per quanto riguarda la farina dovete aggiungerne tanta da avere un impasto abbastanza sodo e porzionabile con il cucchiaio.
Con un cucchiaio versate l'impasto nello strutto caldo o olio, una volta cotte condirle con miele fuso.

*Nota
Con lo stesso impasto  aumentando la quantità della farina possiamo fare le castagnole che si stendono con il mattarello e che poi in cottura si gonfiano; e ancora formando dei piccoli "gnocchetti" della dimensione di una cicerchia fare così la cicerchiata.
Si dispongono su un piatto a formare una "ciambella", le piccole palline sono tenute insieme da miele e il tutto arricchito da frutta secca e confettini colorati a piacere.


Cicerchiata miele noci e mandorle




Di seguito una poesia, in dialetto fabrianese, di Pietro Girolametti:


Le castagnole

“Mamma mia quant’è bone, e que ci messo?
Com’è ch’a me ‘n me vène accuscì vène!
‘N tempo me piacéa d’arfalle spesso,
ma ‘gni vorta tribbulào le stesse pene.
Quann’era troppo dure o troppo lente,
la còrpa la dao a l’ojo o a la farina;
quanno ‘n te crescéa pe’ ‘n accidente
la piào cor vicarbonato o la cartina.
‘Nvece queste è leggere e cott’a punto;
‘l saprai tu, ‘n segreto ce dev’esse:
è quistione d’impasto oppure d’unto
e prima che le frisci le fai allesse?”
“Ma que dici? Se nun ciò messo niente!
La solita dose de fiore per ott’òi,
‘l limone, el zucchero e ‘l buro solamente;
el resto sarà … ‘l mànnico, que vòi!”




10 commenti:

  1. Quest'anno volevo evitarle però mi hai messo una gran voglia!

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  2. le castagnole con dentro il mistrà! Mia nonna metteva l'anisetta, se ne aveva di scorta - mia nonna era marchigiana - altrimenti il mistrà e le castagnole erano davvero buone buone <3
    Buon giovedì grasso e a rileggerci sempre col sorriso :-D

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    1. Allora abbiamo i geni marchigiani in comune..... grazie per essere passata.

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  3. Non ho ancora iniziato a friggere, quest'anno!! Che buone le tue castagnole... mi fanno venir la voglia di prenderne una dietro l'altra :)
    Buona giornata

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    1. Ancora non hai fritto...beate te che riesci a resistere io da mo....che friggo.
      Grazie

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  4. Che bello trovare marchigiane! carina la poesia, sembra dialetto jesino o sbaglio? Io vivo vicina a Jesi...
    Un abbraccio

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    1. Ciao, la poesia è di un poeta dialettale fabrianese, siamo vicinissime!!!

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  5. Ciao a tutte.le castagnole sono buonissime! I

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